Dizionario degli artisti in Polesine nel XIX e XX secolo: il risultato di una approfondita indagine, uno strumento indispensabile di conoscenza, un punto di partenza

Sala gremita, molto interesse, tanto apprezzamento per il lavoro dei tre autori Paola Pizzamano, Alfredo Sigolo, Mihran Tchaprassian.

Il volume “Dizionario degli artisti nati o attivi in Polesine nel XIX e XX secolo” è stato presentato il 20 ottobre 2023 in Accademia dei Concordi.
La Sala Oliva ha visto molti artisti rodigini presenti e tra il pubblico anche alcuni eredi di artisti citati nel Dizionario.
Un progetto della Fondazione Banca del Monte di Rovigo, senza il cui intervento il lavoro di ricerca non avrebbe visto la realizzazione, edito da Apogeo e pubblicato nella collana I Tigli dell’Accademia dei Concordi. Gode del patrocinio del Circolo Polesano Amici dell’Arte.
Giorgio Lazzarini, Presidente della Fondazione Banca del Monte di Rovigo

I relatori sono stati preceduti da Andreina Milan che ha introdotto il lavoro scientifico e le motivazioni del Dizionario e ha presentato i

Andreina Milan

ricercatori autori del volume. Il Dizionario ha restituito il grande impegno e la meticolosità dell’indagine per dimostrare la creatività del Polesine. Non un semplice elenco ma un dizionario con quasi mille schede su artisti e artigiani d’arte, a volte o spesso dimenticati,  riportati alla luce e all’interesse di tutti, un punto di partenza per continuare ad indagare sul patrimonio di questa terra che ha dato i natali a tanta arte o ha creato terreno fertile perchè l’arte si producesse o si diffondesse anche in altre terre.

L’evento è stato aperto con i saluti del presidente dell’Accademia Giovanni Boniolo e del presidente della Fondazione Banca del Monte di Rovigo Giorgio Lazzarini. Sono intervenuti anche il Vice Sindaco Roberto Tovo  e Pier Luigi Bagatin, studioso. Complimenti ai tre autori per l’atteso Dizionario,  uno strumento che mancava, ed ora c’è.

Descrizione del volume

Quasi 1000 schede biografiche che diventano uno strumento di ricerca e documentazione per il reperimento di informazioni essenziali allo studio e all’approfondimento di singole personalità che nei secoli XIX e XX, nati o attivi nella provincia di Rovigo, hanno operato nel campo delle arti.

Nel volume “Dizionario degli artisti nati o attivi in Polesine nel XIX e XX secolo” trovano spazio, oltre ai principali artisti del territorio, figure minori, dimenticate, valenti artigiani, artisti di origine locale che hanno fatto fortuna all’estero e giovani emergenti. L’obiettivo è fornire un inedito strumento di ricerca e consultazione sul modello di analoghi repertori per autori realizzati in altre zone d’Italia, nella convinzione che la storia degli artisti polesani negli ultimi due secoli sia, se non da riscrivere, quantomeno da rileggere con occhi nuovi, liberi da mode e condizionamenti contingenti, allargando lo sguardo ad altri campi della creatività e andando oltre i confini strettamente locali.

Il risultato fotografa non solo l’inedita ricchezza di figure e personalità espresse dal territorio della provincia di Rovigo nel campo delle arti visive ma racconta anche una peculiare attitudine verso le arti applicate e l’artigianato artistico, favorita dalla presenza diffusa di valide Scuole d’arti e mestieri, le cui vicende meriterebbero, esse stesse, di essere approfondite in altre sedi. E se è pur vero che è complessivamente ridotto il numero degli artisti che sono assurti alla fama nazionale e internazionale, è altrettanto vero che le vicende di alcuni di loro erano rimaste finora pressoché sconosciute, perché riferite ad artisti emigrati e divenuti celebri altrove, in Italia e all’estero.

Per ogni artista sono indicati gli ambiti disciplinari nei quali si è espresso, i dati anagrafici rintracciati, le informazioni biografiche essenziali, le principali mostre o attività svolte e, ove possibile, sono riportate note di carattere critico-stilistico. In calce ad ogni scheda sono forniti i rimandi alla bibliografia che chiude il repertorio e sono riportate le principali fonti consultate. Sono state considerate fonti bibliografiche e documentarie, periodici e quotidiani, siti web e fonti orali.

Gli autori del libro

Mihran Tchaprassian e Paola Pizzamano
Alfredo Sigolo

Paola Pizzamano, storica dell’arte dedita allo studio del patrimonio artistico e di artisti in gran parte dimenticati. Ha pubblicato numerose ricerche e monografie, tra le quali Lendinara, notizie e immagini per una storia dei beni artistici e librari, con P.L. Bagatin, B. Rigobello e T. Guerra, 1992; Regina Disertori, la donazione del figlio Andrea al Comune di Rovereto, con contributi della scrittrice-artista Milena Milani e dell’architetto Andrea Disertori, 2008; Lucillo Grassi, pittore e incisore tra l’Italia e gli Stati Uniti, con uno scritto del sociologo Franco Ferrarotti. Ha inoltre curato numerose mostre e cataloghi. Svolge attività di ricerca e studio a Rovigo.

Alfredo Sigolo, bibliotecario e archivista, si è occupato di catalogazione di beni storico-artistici, ha lavorato al riordino dell’Archivio Giuseppe Marchiori di Lendinara ed ha svolto attività nel campo dell’arte contemporanea, collaborando con varie gallerie private (Perugi di Padova, Federico Luger di Milano, Galleria Ciocca di Milano, Fabio Paris di Brescia, Artericambi di Verona, Arte Boccanera di Trento ecc.) e periodici di settore tra i quali Flash Art, Artribune, Exibart, Around Photography.

Mihran Tchaprassian

Mihran Tchaprassian, si interessa di storia ed è autore di varie pubblicazioni tra le quali si ricordano: Costa 1890-1927, dal nostro corrispondente: vita di un paese nelle pagine de “Il Corriere del Polesine” con Adriano Mazzetti (1999), Il taglio di Porto Viro 1604-2004 (Bottega delle arti, 2004), Il Polesine nella cartografia a stampa, dal Cinquecento all’Ottocento (Bottega delle arti, 2008), L’alluvione: il Polesine e l’Italia nel 1951 con Paolo Sorcinelli (Utet, 2011).

Relazione

La realizzazione di un dizionario, di un’opera cioè a lemmi, o schede, o articoli e voci, comunque volta ora sul versante linguistico, ora su quello storico, letterario, artistico, scientifico, geografico, tecnico o su uno dei tanti altri rivoli del sapere, ha bisogno oggi come nei secoli passati di capacità non comuni di carattere specialistico, di metodo redazionale, di applicazione di non breve durata. Di queste doti hanno dimostrato di essere ampiamente dotati i tre autori – Paola Pizzamano, Alfredo Sigolo, Mihran Tchaprassian – peraltro già ampiamente apprezzati come ricercatori di storia e di arte polesana e non, i quali congiuntamente firmano il Dizionario degli artisti nati o attivi in Polesine nel XIX e XX secolo che qui vede la luce, grazie anche al provvido sostegno della Fondazione Banca del Monte e alla convinta accoglienza dell’Accademia dei Concordi.

Per la fatica durata anni del team dei tre affiatati studiosi, per la tenacia ed il coraggio di cui han dato prova per avvicinare e infine cogliere l’obiettivo programmato, l’opera va salutata con favore, e da accogliere con positivo riscontro sulla sua utilità e sulla sua felice strutturazione.

Uno strumento del genere mancava nella produzione storiografica polesana. Sono disponibili – è vero – monografie ragguardevoli condotte negli ultimi decenni in particolare da Antonio Romagnolo, Antonello Nave, Leobaldo Traniello, Lucio Scardino, Vittorio Sgarbi e da altri sui maggiori artisti della provincia rodigina, su opere d’arte di chiese e palazzi, o sul profilo storico delle arti in Polesine (Nave per la scultura, Romagnolo per il quadro generale della pittura negli ultimi cinque secoli e per la curatela della illuminante mostra Nati sotto Fetonte del 1991). Ma un lavoro certosino che sintetizzasse e fondesse in accurate schede una massa documentaria particolarmente copiosa e disparata fatta di articoli, di monografie, di opuscoli, di interventi legati a mostre, rievocazioni, anniversari (si pensi in particolare alla messe di pezzi giornalisti e di cataloghi curati da Sergio Garbato) quello non c’era proprio. Ora l’atteso Dizionario è disponibile e offre una lunghissima catena di stringati ed essenziali identikit di pittori, scultori, frescanti, disegnatori, acquarellisti, fotografi, grafici, ebanisti, doratori, scenografi, ceramisti, arazzieri, incisori e così via. Flash di persone che tra Adige e Po, hanno dedicato la loro vita, o una certa parte, quand’anche non fossero nati in Polesine, all’arte comunque intesa ed espressa.

Il quadro delle notizie e del dettaglio bio-bibliografico si infittisce e si allarga quando il personaggio ha espresso una produzione significativa anche da un punto di vista non locale, grazie all’originalità creativa del talento espresso, alla dose di modernità e di dialogo della forma e delle tecniche impiegate con il dibattito artistico nazionale e internazionale.

L’utilità e il merito tangibile di questa ricerca stanno prima di tutto nel dare corpo a nomi dimenticati o conosciuti da una cerchia troppo ristretta, e nel mettere fra le mani di studiosi, di collezionisti e di comunità cittadine gli spunti iniziali per ulteriori doverosi approfondimenti su artefici e su quadri, affreschi, statue, intagli, arredi, monumenti… di cui si sa pochissimo o nulla.

Così pure, prendendo spunto da qualche notizia in più, sarà possibile decodificare e valutare meglio tanti manufatti calandoli nel confronto di altre opere ascrivibili al cammino dell’autore documentato o ipotizzato.

L’Ottocento e il Novecento nelle scelte degli autori del Dizionario non si presentano separati nel flusso delle biografie. Si sono così salvaguardati gli elementi di continuità di artisti operanti a cavallo della fine secolo XIX. Aggiungiamo che secondo constatazione unanime l’Ottocento fu abbastanza avaro di personalità artistiche in Polesine. Se ne ha una conferma anche negli artefici segnalati nel Dizionario e collocati in questo lasso temporale. Li citiamo per comodità tutti: Giovanni Abriani, Giuseppe e Tito Secondo Agujari, Eugenio Annibale, Giovanni Baccari, Francesco Bari, Nicolò Barison, Giov. Battista Baroni, Anna Clara, Massimino e Sante Baseggio, Pietro Benatelli, Antonio Bernati, Giovanni Battista e Vittorio Biasin, Luigi Bigon, Pietro, Giovanni Pietro e Luigi Bonatti, Francesco Bonetti, Antonio Borezzo, Gaetano Emanuele Borghetto, Alessandro e Luigi Antonio Boscolo, Angelo Brancalion, Luigi Buffetti, Luigi Bulgarelli, Giov. Battista Calderari, Maria Fortunata Camerini Scola, Antonio Cappello, Carlo Casalini, Gregorio Casarotti, Policronio Carletti, Francesco Casellato, Antonio Catti, Riccardo Cessi, Egidio Diani, Giuseppe Fanan, Giovanni Fassini, Giuseppe Fava detto Saccadei, Pasquale Ferrarese, Vincenzo Gazzotto, Gherardo Ghirardini, Luigi Luigi Girardello, Giuseppe Goltara, Luigia Kiriaki, Giacomo Luzzati, Maria Malmignati, Luigi Giuseppe Marangoni, Domenico e Ferruccio Marchiori, Massimo Adeodato, Antonio Migliorini, Alberto Mucchiati, Luciano Nezzo, Nicolò Pellandi, Eugenio Piva, Carlo Podiani, Luciano Ponzetti, Germano Vincenzo Prosdocimi, Felice Fortunato Pugina, Angelo Rossi, Antonio Saccomani, Antonio, Ermete, Giacomo, Novello, Silvio Vincenzo Soà, Giovanni Andrea Turri, Lorenzo Urbani, Giorgio e Luigi Voltolini, Francesco Zaina, Michele Zanmatteo, Fausto Zonaro.

Non sono neanche pochi, né a ben guardare mancano i motivi di interesse. Oltre ai ben noti Biasin (con la sua bellissima veduta di Venezia che si è fatta conoscere in questi ultimi anni in mostre a livello nazionale), oltre a Boscolo e Goltara, meritano comunque una memoria affettuosa perlomeno autori come Abriani, i Baseggio, Camerini Scola, Carletti, Gazzotto, Adeodato, Piva, i Soà, i Voltolini, Zonaro, ed altri ancora di quelli sopra ricordati.

A questo scandaglio dell’Ottocento in Polesine da un punto di vista artistico non potrà non essere cooptato un riferimento alla collezione di Eugenio Balzan, giornalista ed amministratore del “Corriere della Sera”, dal 2014 dall’omonima Fondazione internazionale assegnata alla sua città natale, Badia Polesine. E nella quadreria Balzan non mancano pezzi di valore riferiti all’Ottocento italiano: Bianchi, Morelli, Favretto, Palizzi, Beltrame…

Per il secolo breve la messe di artisti censiti è davvero imponente: centinaia e centinaia di segnalazioni. Già gli accurati profili dei maggiori, i più noti e studiati, costituiscono un valore del testo: è il caso (per restare nella progressione alfabetica) di Berto, Boccato, Cappuzzo, Castellani, Cavaglieri, Chendi, Colognesi, Ferrari, Fioravanti, Forno, Foster, Gioli, Jodi, Mainardi, Milan, Milani, Minassian, Munari, Pinelli, Prudenziato, Pullini, Simili, Voltolina, Zancanaro. Ma quante piacevoli sorprese non sorgono dal curriculum di altri pittori meno celebrati come – per fare esempi assolutamente incompleti – quelli di Bianchi, di Gisella Breseghello, Ciorba, Cobianco, Ghinato, Mazzon, Mantovani, Frida Osti; o quelli di artisti polesani che sono fioriti in America del Sud, tra Brasile e Venezuela, come Bassi, Dall’Ara, Rossi, Viaro, Zago, Zani; o quelli, ancora, di validissimi illustratori, di fotografi.

Manca volutamente, invece, nel lavoro di Pizzamano-Sigolo-Tchaprassian una qualsiasi iconografia illustrativa, mancano i colori, le forme, la fantasia, le invenzioni, in una parola: le opere. Una scelta da condividere, perché la mole di una per quanto minima documentazione visiva avrebbe moltiplicato in maniera insostenibile le pagine del volume. Ma questa dichiarata omissione deve tramutarsi in uno stimolo preciso, soprattutto in tempi in cui è acceso il dibattito in città sulla opportunità di un museo del Novecento a Rovigo. Un dizionario così particolareggiato e prodigo di fonti e bibliografia non può non invitare ad una ragionata raccolta della galleria delle opere, alla ordinata costituzione di un archivio delle arti visive in Polesine nel Novecento, garanzia – insieme al Dizionario e agli studi in esso esplorati – di una seria e fondata rivisitazione di tante belle parabole artistiche – più di quelle che comunemente si pensa – che sbocciarono un secolo fa nel riquadro polesano di pianura veneta tra l’Adige, il Po e il mare.

Pier Luigi Bagatin

Le motivazioni della Fondazione Banca del Monte di Rovigo

Questa pubblicazione è il risultato di una puntuale e precisa ricerca sull’arte espressa dal  territorio nell’arco di due secoli, con una valenza storico-artistica certamente significativa.  Studiosi, galleristi, collezionisti o semplici appassionati  avranno a disposizione uno strumento agile  ed efficace  per soddisfare  diverse esigenze legate al mondo dell’arte  e  in particolare  di approfondimento  dell’attività di artisti  che hanno vissuto e /o lavorato in Polesine. Dalla consultazione del “Dizionario degli artisti del Polesine” troveremo, quindi, conferma di un valore espresso dal nostro territorio, non sempre conosciuto ed apprezzato.

Il “Dizionario” trova importanza  nel conservare la memoria del passato e, al tempo stesso, offrire nel presente  un prezioso mezzo di conoscenza, ideato e redatto dai ricercatori Paola Pizzamano, Alfredo Sigolo, e Miran Thaprassian a cui va il plauso  per l’impegno  svolto, frutto di passione e attenzione per la propria terra.

Non si tratta di un “arido” elenco, seppure ricchissimo, di nomi corredato da informazioni ma una fonte inedita che sorprende per la ricchezza di contenuti e per storie di vita e di personaggi. Scopriremo così, per esempio, il valore dell’artigianato artistico che non è semplice mestiere ma tanta sapienza e abilità, effetto di tradizione tramandata con dedizione. L’opera può essere considerata, in tal senso, motivo di elementi identitari che conferiscono al nostro territorio una connotazione particolare e più interessante. Inoltre, i giovani, che sono chiamati a continue scommesse per il futuro sempre più competitivo, potranno attingere spunti per trovare la loro strada.

Per questo motivo in particolare, la Fondazione provvederà a divulgare l’opera presso le biblioteche scolastiche e pubbliche della provincia.

Giorgio Lazarini, Presidente Fondazione Banca del Monte di Rovigo